Cgil e Filcams-Cgil Ascoli Piceno: Sospensione attività ad Ascoli, gravissimo sfruttamento e mancanza di sicurezza, dimostrazione di quanto c’è da cambiare il mondo del lavoro.

Ascoli Piceno, Italy - 18 May 2019 - The beautiful medieval and artistic city in Marche region, central Italy. Here in particular a view of historical center with the central square and people.

 Apprendiamo  a mezzo stampa che sabato scorso l’Ispettorato del Lavoro, all’interno di un attività di controllo  nei pubblici esercizi del centro storico di Ascoli Piceno, ha rilevato irregolarità tali che hanno portato al provvedimento di sospensione dell’attività di ben 5 attività di ristorazione/bar : presenza di lavoratori in nero, anche minorenni, violazioni sulla normativa in tema di salute e sicurezza.

Quello che è avvenuto sabato rappresenta purtroppo solo la punta dell’Iceberg.

Luana Agostini, Segretaria Generale della Filcams Cgil spiega: “Da anni la Filcams Cgil della Provincia di Ascoli Piceno denuncia la situazione nella quale si trovano le lavoratrici e i lavoratori del territorio provinciale di questo settore. La situazione appare sempre la stessa, le condizioni di lavoro del comparto del turismo nella nostra provincia  hanno causato la fuga dal settore o dal territorio di numerosissimi lavoratrici e lavoratori qualificati e spesso giovani. E pensare che ogni giorno dobbiamo leggere sulla stampa della presunta mancanza di volontà di lavorare da parte dei giovani. E, dobbiamo dire, a queste condizioni, li capiamo davvero.”

Continua Agostini: “Proprio qualche mese fa in occasione dei sedicenti Stati Generali del Turismo svoltisi in pompa magna ad Ascoli, avevamo pubblicamente denunciato come la mancanza di controlli da parte degli enti competenti e di vigilanza da parte degli enti locali , unito alla tracotanza dei datori di lavoro del turismo, avesse provocato il  ritorno del lavoro nero in tutta la Provincia. E questo ultimo episodio purtroppo ci dà ragione.”

“La situazione consueta nei bar, ristoranti e stabilimenti balneari è fatta di lavoro nero, lavoro grigio, con part time finti e falsi contratti a chiamata che celano l’evasione dei contributi INPS e delle imposte, i salari sono sotto la soglia di povertà e si aggirano i CCNL,  i contratti a tempo pieno e a tempo indeterminato sono una percentuale irrisoria, i turni di lavoro sono insostenibili, e non esiste il riposo settimanale.” -conclude Agostini-“Tutto questo nonostante la maggior parte dei Contratti Nazionali del Turismo siano scaduti da diversi anni, determinando una perdita di salario enorme.”

Daniele Lanni, Segretario Confederale della CGIL Ascoli Piceno aggiunge: “Incredibile leggere di condizioni di lavoro di questo tipo, e davvero impressionante dover leggere anche della mancanza di sicurezza sul lavoro, che evidentemente continua ad essere considerata più un peso che altro per certe imprese. Leggiamo di estintori non revisionati, impianti di aspirazione inidonei, assenza della cartellonistica di sicurezza, locali cucina con pericolo scivolamento nelle scale, omessa nomina del medico competente, cassetta del primo soccorso con materiale scaduto. Tutto ciò è incredibile. Giusto due mesi fa abbiamo effettuato 8 ore di sciopero generale su questo tema, e forse avevamo davvero ragione, perché a quanto pare ancora siamo costretti a venire a vedere di situazioni del genere.”

“Ancora una volta, come già in passato, chiediamo al Prefetto e  alle Istituzioni, di convocare con la massima urgenza  un tavolo di confronto con le Organizzazioni Sindacali, le Associazioni dei datori di lavoro  Confcommercio, Confesercenti e Confindustria, l’ispettorato del lavoro per affrontare quella che è ormai diventata una emergenza democratica: lo sfruttamento sistematico e  senza alcun pudore e delle lavoratrici e dei lavoratori del turismo, e la mancanza continua di Sicurezza in questi luoghi di lavoro.” -concludono all’unisono Daniele Lanni e Luana Agostini-“ Il giusto salario salario e condizioni di lavoro dignitose rappresentano la base per la costruzione di una esistenza libera e democratica di ogni individuo, non si può considerare democratica una terra nella quale, nel silenzio di molti, vengono mantenute le persone in condizioni che violano la dignità della persona umana e mettono a rischio la vita stessa di lavoratrici e lavoratori.”