Le diseguaglianze sono in continuo aumento, la crisi incrementa la povertà, il carovita ha eroso il potere di acquisto di salari e pensioni. Le famiglie non arrivano più a fine mese, non pagano le bollette, saltano i pasti e rinunciano a curarsi. Già, la situazione sta proprio peggiorando”. Elio Cerri, Segretario generale Spi Cgil Marche, commenta così i dati delle pensioni Marche 2023.
Sono 538 mila le prestazioni pensionistiche e assistenziali attualmente erogate dall’INPS nelle Marche di cui 300 mila pensioni di vecchiaia (pari al 55,9% del totale), 26 mila pensioni di invalidità (4,9%), 112 mila pensioni ai superstiti (21%), 14 mila pensioni/assegni sociali (2,6%) e 84 mila prestazioni a invalidi civili (15,7%). È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio INPS sulle pensioni erogate nel 2023 (escluse le gestioni dei lavoratori pubblici), elaborati dall’IRES CGIL Marche.
L’importo medio delle pensioni vigenti nelle Marche è di 885 euro lordi, con valori medi che variano dai 1.148 euro delle pensioni di vecchiaia ai 479 euro delle pensioni e assegni sociali, il cui importo risulta essere uguale a quello delle prestazioni pensionistiche per gli invalidi civili.
Nelle Marche, gli importi delle pensioni sono di gran lunga inferiori a quelli nazionali: -212 euro lordi medi mensili. Particolarmente significativa è la differenza negli importi delle pensioni di vecchiaia dei lavoratori dipendenti che, nelle Marche, sono di 1.326 euro, ovvero -255 euro mensili rispetto ai valori medi nazionali e -350 euro rispetto alla media delle regioni del Centro.
Differenze notevoli si riscontrano anche tra i diversi territori delle Marche: le pensioni di vecchiaia dei lavoratori dipendenti ammontano a 1.429 euro lordi medi nella provincia di Pesaro Urbino, 1.423 euro a Macerata, 1.419 euro ad Ascoli Piceno, 1.284 nella provincia di Fermo e 1.221 euro ad Ancona.
Considerando il complesso delle gestioni delle pensioni di vecchiaia, tra le regioni le Marche sono al quint’ultimo posto per importo medio mensile, davanti ad Abruzzo, Basilicata, Calabria e Molise
Significativa è anche la differenza tra uomini e donne: se i primi percepiscono 1.411 euro lordi, l’importo corrisposto alle donne è di 831 euro, ovvero mediamente 580 euro in meno ogni mese rispetto agli uomini; la differenza per le pensionate ex lavoratrici dipendenti arriva a -747 euro mensili.
Nelle Marche 319 mila prestazioni pensionistiche, pari al 59,4% del totale sono inferiori a 750 euro al mese (55,8% la media nazionale): dunque, 6 pensionati su 10 percepiscono un importoche non consente loro di superare la soglia della povertà. All’interno di questa fascia, inoltre l’importo medio mensile è di 435 euro.
Una condizione pensionistica nella quale si conferma il gap di genere: gli uomini con pensioni fino a 750 euro sono il 41,7% del totale, per le donne tale percentuale sale al 72,5%. Queste, dunque, sono caratterizzate da una maggiore esposizione alla povertà.
“Come sindacato pensionati abbiamo avanzato alcune proposte – fa sapere Vilma Bontempo, Segreteria Spi Cgil Marche – e cioè: l’aumento delle pensioni più basse facendo leva sulla quattordicesima che va rivalutata, l’applicazione dell’attuale normativa sulla perequazione per le pensioni superiori a quattro volte il trattamento minimo e la rivisitazione del sistema fiscale”. Da ultimo, ricorda Elio Cerri che “l’introduzione e l’estensione della quattordicesima mensilità è il frutto di due accordi sottoscritti da Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil con Governi di centrosinistra nel 2007 e 2016. Ecco, dunque, il senso dell’ultimo aumento delle pensioni”.